Si è aperta il 10 giugno e proseguirà fino al 21, a Ginevra, l’annuale Conferenza internazionale sul lavoro dell’OIL, chiamata ad approvare una Dichiarazione solenne con cui la missione dell’Organizzazione internazionale del lavoro verrà rilanciata, aggiornandola alle sfide attuali: a metterle a fuoco è servita l’iniziativa “The future of work” (“Il futuro del lavoro”) che ha impegnato l’organizzazione e numerosi suoi interlocutori, tra cui
Aggiornamenti Sociali, fin dal 2015 (
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In vista di questa Dichiarazione, i partner del progetto “The future of work. Labour after Laudato Si’” hanno elaborato il documento che pubblichiamo di seguito (
qui è disponibile anche la versione inglese). Di questi temi si occupa anche
l’editoriale di giugno-luglio di Aggiornamenti Sociali.
Ampliare l’agenda del lavoro dignitoso
per affrontare l’attuale crisi globale
Una proposta
Questa dichiarazione mira a fornire un insieme di proposte concrete per contribuire a plasmare il “futuro che vogliamo” per il mondo del lavoro. Considera le condizioni che uomini, donne, giovani e, purtroppo, molti bambini, devono affrontare quando lavorano, a casa, sul posto di lavoro e ovunque il lavoro si svolga. Inoltre, propone alcuni passi per cambiare il lavoro, così che possa esprimere meglio la dignità umana. Solo così il lavoro sarà una potente forza per il cambiamento delle nostre società, comunità e famiglie.
Il documento è proposto da una rete globale di ricerca e azione, che porta avanti il pro-getto “Il futuro del lavoro, il lavoro dopo la Laudato si’”, sotto il coordinamento di ICMC (Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni). Il suo obiettivo è quello di costruire una base di risorse per l’advocacy e il dialogo con le parti sociali, i leader del mondo del lavoro e di altre comunità di fede. Promuove il dialogo per collegare i singoli alle comunità, e il livello locale a quello nazionale e internazionale nel contesto del centenario della fondazione dell’OIL (Organizzazione internazionale del lavoro). Coloro che hanno contribuito alla stesura del documento fanno parte di gruppi associati a istituzioni e organizzazioni cattoliche (CERAS, Universidad Iberoamericana Puebla, ICMC, Lupina Foundation, Observatoire de la Finance, UNIAPAC,
Aggiornamenti Sociali) in dialogo con un gruppo di organizzazioni di ispirazione cattolica (IYCW, Kolping international, MI-JARC, CIJOC e MMTC). Lo hanno elaborato come risultato del Seminario di ricerca “Il fu-turo del lavoro, il lavoro dopo la Laudato si’. Costruire prospettive comuni sul lavoro dopo la Laudato si’” che si è svolto a Roma a gennaio 2019 nella sede del Dicastero vaticano per la promozione dello sviluppo umano integrale.
Orizzonte e contesto
Oggi ci troviamo di fronte a un’unica e complessa crisi socio-ambientale globale (cfr
Laudato si’, n. 139); essa si colloca nel contesto della globalizzazione – che impatta non solo sull’economia, ma anche sulle culture e le comunità – e dell’accelerazione del cambiamento tecnologico – in particolare lo sviluppo della robotizzazione e dell’intelligenza artificiale. Tra le numerose tendenze in atto, vale la pena ricordare: l’aumento delle disuguaglianze, la crescita demografica, l’invecchiamento della popolazione (in molte parti del mondo) e l’incremento dei flussi migratori. È necessario agire con urgenza per evitare che questa crisi globale generi paura e sentimenti di chiusura e rifiuto, alimentando la violenza tra le comunità e all’interno di ciascuna di esse, e provocando sofferenze indicibili per crescenti porzioni dell’umanità.
Un lavoro dignitoso per tutti non è solo la pietra angolare della visione proposta dall’OIL e ampiamente condivisa, basata sul duplice convincimento che la giustizia sociale è la strada migliore per una pace duratura e che “il lavoro non è una merce”. È al tempo stesso fondamento essenziale della dignità umana e strada maestra da percorrere per garantire che ogni uomo e ogni donna, con le famiglie e le comunità di cui fanno parte, abbiano accesso a una vita di realizzazione personale, con la possibilità di contribuire al bene comune e alla cura del creato.
Lavoro dignitoso per tutti significa dignità in tutti gli ambiti di attività umana, per chi ha un rapporto di lavoro formalizzato, come per coloro che hanno un’occupazione non formale o precaria; significa dignità a casa, sul tragitto verso il luogo di lavoro e al suo interno; significa dignità nei Paesi di origine, di transito e di destinazione. Significa anche libertà e liberazione per le persone costrette a lavorare contro la loro volontà e per i bambini sottoposti alle condizioni di lavoro più dure.
Il lavoro si svolge ovunque, non solo all’interno del “mercato del lavoro” formale. A livello globale, la metà del tempo lavoro è impegnato in attività domestiche o a base familiare (in senso ampio), un terzo è impiegato nella cosiddetta economia informale e solo il re-stante 20% in un ambito di lavoro formale. In ciascuno di questi ambienti sono diversi i soggetti coinvolti, i lavoratori, le controparti, i riferimenti legali o contrattuali.
Lavoro dignitoso per tutti significa dignità in tutti gli ambiti di attività umana, per chi ha un rapporto di lavoro formalizzato, come per coloro che hanno un’occupazione non formale o precaria; significa dignità a casa, sul tragitto verso il luogo di lavoro e al suo interno
Le difficoltà di accedere al lavoro dignitoso sono probabilmente più gravi nelle aree rurali, nel settore informale e nelle attività a conduzione familiare. Nuove forme di ingiusti-zia legate al lavoro derivano dal degrado ambientale, con l’aggravante che coloro che ne patiscono le conseguenze sono anche vittima di discriminazioni sociali. L’introduzione dell’intelligenza artificiale (AI) e della robotica in molti settori può avere un impatto sull’organizzazione del lavoro, in particolare a livello locale. Può portare a imponenti de-localizzazioni e a distruzione di posti di lavoro, e/o all’incremento delle competenze e al consolidamento delle mansioni svolte. La conseguenza di questi fenomeni è l’emergere
di ostacoli sul cammino verso il lavoro dignitoso nella maggior parte dei contesti lavorativi. Affrontare queste carenze fa parte della responsabilità globale della comunità internazionale. Un’OIL rinnovata ha un ruolo importante da svolgere in questo senso.
In questo contesto, lavoro dignitoso per tutti significa retribuzione dignitosa e tutela giuridica per tutti. Significa libertà sindacale e contrattazione collettiva, così come accesso al dialogo tra le parti sociali. Significa libertà di lavorare, tutela e sostegno durante tutto l’arco della vita, nei tempi di buona salute come in caso di malattia. Significa sostegno e protezione in tempi di grandi trasformazioni tecnologiche, sociali e ambientali, anche attraverso sicurezza sociale e politiche attive per rafforzare le competenze e la formazione dei lavoratori.
Ampliare l’agenda del lavoro dignitoso è la sfida cruciale del nostro tempo, considerando simultaneamente quattro dimensioni del lavoro:
• Il lavoro è una realtà sociale: è la cooperazione con molti altri verso un obiettivo comune; è un’espressione di solidarietà e di condivisione dei rischi e del senso umano del proprio agire;
• Il lavoro è una realtà economica: genera valore e lo mette a disposizione di tutta la società;
• Il lavoro è una realtà ecologica: si esercita sulla natura e sull’ambiente e li modifica, e può proteggerli o distruggerli;
• Il lavoro è anche una realtà spirituale: contribuisce allo sviluppo e alla realizzazione personale.
Come dice il n. 125 della
Laudato si’: «Qualsiasi forma di lavoro presuppone un’idea sulla relazione che l’essere umano può o deve stabilire con l’altro da sé». Il lavoro è dignitoso solo quando questa molteplice relazione è espressione effettiva di dignità!
Un’agenda del lavoro dignitoso ampliata mantiene un grande potenziale di trasformazione a favore della pace, della giustizia sociale e della cura del creato. Per queste ragioni avanziamo le seguenti proposte.
Proposte per ampliare l’agenda del lavoro dignitoso
Proposta 1. Diritto di lavorare e contribuire allo sviluppo umano integrale
In tutti i settori dell’attività umana e in ogni contesto lavorativo, il lavoro dignitoso deve includere il diritto a lavorare in modo da contribuire positivamente allo sviluppo umano integrale senza danneggiare l’umanità e l’ambiente. In altre parole, il lavoro non è dignitoso se il suo risultato è la morte o la sofferenza per le persone, o l’inquinamento e il de-grado dell’ambiente, anche quando sono rispettati tutti gli standard di tutela dei lavora-tori. Salario equo, partecipazione, sicurezza sul lavoro e libertà sindacale non sono sufficienti per definire il lavoro dignitoso.
Proposta 2. Un nuovo modello di economia
La giustizia sociale e ambientale comprende una dimensione intergenerazionale e costituisce il fondamento di una pace duratura. Ampliare l’agenda del lavoro dignitoso richiede di ripensare il funzionamento dell’economia e nuove forme di circolazione della ricchezza. La priorità va accordata alla sostenibilità a lungo termine – ambientale, sociale ed economica –, piuttosto che alla massimizzazione del profitto a breve termine. Solo così sarà possibile contribuire all’inclusione di miliardi di persone emarginate e sfruttate e agire con equità verso i giovani di oggi e le generazioni future, lasciando loro un mondo in cui sia possibile una vita dignitosa. Numerosi approcci provenienti da tradizioni e ambienti diversi offrono spunti promettenti per immaginare cicli produttivi differenti, in cui le risorse non sono consumate e poi gettate, ma riutilizzate, o modalità alternative per distribuire il valore aggiunto prodotto dall’attività economica.
Proposta 3. Integrare agenda ecologica e agenda del lavoro dignitoso
L’agenda del lavoro dignitoso deve integrare le esigenze della transizione ecologica e sociale a tutti i livelli: micro, meso e macro. Tra le aree critiche che richiedono attenzione, rappresentano una priorità: il miglioramento della salute e della sicurezza dei lavoratori, e delle loro famiglie e comunità; la necessità di mitigare i rischi ambientali e di promuovere investimenti verso forme di produzione più verdi e più sicure; la cura dei più biso-gnosi; e, infine, la promozione di politiche occupazionali giuste per accompagnare la transizione verso un’economia più verde.
Proposta 4. Estendere la protezione sociale a tutti i lavoratori e alle loro comunità
Il ritmo e la portata del cambiamento rendono necessario ampliare la protezione offerta ai lavoratori e alle loro comunità. La protezione sociale comprende coperture economi-che, welfare, istruzione e formazione. In un’epoca di elevata mobilità e flessibilità emerge in particolare l’esigenza di garantire la portabilità dei sistemi di protezione sociale. Particolare attenzione deve essere prestata al benessere delle donne durante gravidanza e allattamento, e dei giovani che non hanno ancora raggiunto la maturità fisica.
Proposta 5. Promuovere il legame tra giustizia sociale e pace
L’agenda del lavoro dignitoso e sostenibile dovrebbe considerare la pace, in quanto assenza di violenza in tutte le sue forme, un obiettivo chiave per garantire il benessere di tutti. Come afferma molto chiaramente la Costituzione dell’OIL, la pace può essere raggiunta solo in relazione alla giustizia sociale e dovrebbe assumere la forma di un sistema economico che dia a ciascuno accesso a tutte le risorse economiche e non economiche,
attraverso lo svolgimento di un lavoro significativo per il singolo, la comunità e le generazioni future. Il dialogo sociale, inteso in senso ampio, e il sostegno e la tutela di coloro che vi prendono parte, dovrebbero essere una priorità delle politiche pubbliche, come strumento chiave per la risoluzione non violenta dei conflitti.
Proposta 6. Attenzione ai migranti e all’impatto positivo del loro lavoro
L’agenda del lavoro dignitoso ampliata deve prestare particolare attenzione ai migranti e ai rifugiati – interni e internazionali –, soprattutto dove risulta critica l’interfaccia tra ambiente urbano e rurale. Attraverso il lavoro, i migranti danno un contributo sia alle regioni e ai Paesi di origine, sia alle comunità che li accolgono. A questo riguardo, l’OIL ha un ruolo chiave nel promuovere una governance globale più efficace per garantire che la migrazione dei lavoratori – da sempre una delle strategie di lotta alla povertà di maggiore successo – si svolga in modo più giusto ed equo. Invitiamo quindi l’OIL, durante il suo centenario e anche dopo, a dare attenzione e a salvaguardare l’impatto positivo del lavoro dei migranti e dei rifugiati sullo sviluppo economico, nei Paesi ad alto, medio e basso reddito, e a tutti i livelli, da quello globale a quello locale.
Proposta 7. Contributo delle imprese a promuovere uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile, l’occupazione e un lavoro dignitoso per tutti
Le imprese devono svolgere un ruolo più significativo per contribuire ad affrontare i cambiamenti socioeconomici, affrontare le grandi sfide del presente e del futuro e sostenere l’attuazione di uno sviluppo sostenibile più responsabile e integrale. Ciò può essere per-seguito creando un lavoro dignitoso e contribuendo all’occupabilità dei lavoratori, con-sentendo loro di affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie e rendendo l’economia più inclusiva. Per le imprese questo significa impegnarsi nel dialogo sociale e adottare un quadro di riferimento etico basato sul rispetto della dignità umana, l’uguaglianza, la giustizia e l’equità come pilastri della responsabilità sociale d’impresa. Le imprese dovrebbero essere al servizio del bene comune e contribuire a costruire una società migliore.
Proposta 8. Rafforzare gli strumenti di azione dell’OIL
Sulla scorta dei risultati ottenuti lungo i suoi primi cento anni, l’OIL ha un’opportunità unica di rafforzare gli strumenti fondamentali della propria azione – la sua agenda normativa, il suo impegno per il dialogo sociale a livello globale e nazionale, e le sue priorità nel campo della ricerca e della raccolta ed elaborazione di dati – con l’obiettivo di promuovere il lavoro dignitoso in tutte le forme di attività umane e in ogni settore e contesto lavorativo. Questo adeguamento dei mezzi consentirà all’OIL di affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale e della protezione dell’ambiente. Le questioni sociali, ambientali e
tecnologiche sono sempre più interconnesse. Dovrebbe inoltre essere incentivata la ricerca di indicatori che colleghino il lavoro dignitoso alla sostenibilità e alla felicità collettiva.
Proposta 9. Il ruolo dell’OIL e del suo tripartitismo nel sistema delle Nazioni Unite
Infine è opportuno dare maggiore forza al ruolo dell’OIL all’interno del sistema delle istituzioni multilaterali. L’agenda del lavoro dignitoso può essere promossa attraverso un’ampia gamma di alleanze e coalizioni, ampliando la struttura tripartita dell’OIL – governi nazionali, sindacati e organizzazioni datoriali – per includere amministrazioni e comunità locali, con il sostegno delle organizzazioni della società civile, comprese quelle di ispirazione religiosa, i loro membri e i loro leader. Un obiettivo specifico è dare spazio alle organizzazioni che rappresentano le persone che vivono e lavorano ai margini, poi-ché spesso gli attori del mercato del lavoro formale non riescono a intercettarle. Anche la loro voce deve essere ascoltata.